ODONTOIATRIA PEDIATRICA: aggiornamenti nella pratica clinica

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Dott. R.FERRO
“Il fare ortodontico in dentatura decidua dell'odontoiatra pediatrico”
L’odontoiatra pediatrico si confronta sia con i bisogni clinici del bambino sia  con le richieste di informazioni dei genitori. 
Già durante la visita di un bimbo  in dentatura decidua  possono  essere rilevabili i segni di una malocclusione.Se alcune possono e/o devono essere trattate  in dentatura decidua ( terze classi e morso crociato posteriore),  per le altre, una volta diagnosticate, è opportuno informare  i genitori della necessità di un trattamento futuro. Tra i  6 capitoli del fare ortodontico in dentatura decidua (dalla prevenzione della malocclusione  alla presenza di : spaziature o meno nei settori frontali, di anomalie dentali, di cross-bite anteriori e/o posteriori, di abitudini e funzioni anomale oltre a ) verrà trattato compiutamente l’affollamento dentale cioè la più frequente malocclusione, molto spesso  rilevabile in dentatura decidua.

Dott.ssa C.SAVASTANO
“Analisi clinica del volto dall’infanzia all’adolescenza”
AIM: Approfondire le caratteristiche sagittali –verticali –trasversali della faccia normale dall’infanzia all’adolescenza e successivamente evidenziarne le anomalie di crescita nelle tre dimensioni. Vengono messe in luce le principali caratteristiche e differenze nell’evoluzione della crescita facciale e focalizzate le caratteristiche delle principali anomalie , riconosciute in letteratura a priorità di trattamento. Saranno illustrate le principali modalità di trattamento.

Dott. B.CICOGNANI - Odt. P.FORNI
“Dal Twin-block allo Stop-and-Go in terapia intercettiva ”
La terapia intercettiva nelle II classi normo- ipo e iperdivergenti con apparecchiature di avanzamento mandibolare, dopo l’espansione scheletrica dell’arcata superiore: il Twin Block di William J. Clark, l’Ortho Stop and Go (dispositivo no compliance).

Prof.ssa G.DENOTTI
"La biologia molecolare nella diagnosi della malattia parodontale in età pediatrica"
Le alterazioni a livello parodontale in età  pediatrica non devono essere trascurate poiché possono evolvere, in molti casi, in una parodontite aggressiva giovanile che può essere causa di danni parodontali irreversibili. Le moderne metodiche di diagnosi biomolecolari vengono in aiuto del terapeuta che le utilizza attraverso un percorso diagnostico che parte dal prelievo della placca e della saliva e termina con un’analisi di biologia molecolare che ci permettere di sapere quali sono i batteri presenti nel solco gengivale. Unire alla terapia classica una componente diagnostica aggiuntiva ci permetterà di determinare con certezza la presenza di batteri,che oltre a causare danni molto gravi al parodonto,possono essere causa di patologie sistemiche gravi (cardiache,renali e meningee).   

Prof. G.MARZO
“L’importanza del recupero degli elementi inclusi in età pediatrica”
Molto spesso gli elementi dentari inclusi nelle ossa mascellari hanno un aspetto dismorfico per cui ne è indicata l’estrazione.il recuperare tali elementi in arcata è molto importante per due aspetti fondamentali: lo spazio e il trofismo osseo.
Lo spazio nelle arcate dentali è stato da sempre un problema da non sottovalutare specialmente durante la fase della prima dentizione e in dentatura mista. L'inclusione dentaria in queste fasi di dentizione determina oltre ad un’alterazione occlusale, uno scorretto sviluppo delle arcate dentarie e un ‘alterazione del trofismo osseo. Recuperare un elemento incluso che magari avrà durata limitata nel tempo nel caso in cui le caratteristiche morfologiche e funzionali non sono ottimali è comunque un obiettivo da perseguire non solo per il ripristino dello spazio, ma anche per garantire un buon sviluppo osseo che consentirà nell’età adulta di poter intervenire sostituendo l’elemento con una fixture che non potrebbe essere altrimenti inserita condizionando quindi non solo lo sviluppo del perimetro d’arcata ma anche l’estetica del paziente.

Prof. G.MARIO
“La chirurgia dei denti infraocclusi e inclusi” 
Per elementi inclusi si intende tutti quelli elementi dentari che non sono ancora erotti in arcata entro il limite fisiologico. I denti infraocclusi invece, sono secondari ad un anchilosi dentaria, cioè ad un intimo contatto tra tessuto dentaro e tessuto osseo che non permetteno un estrusione completa del dente in arcata. I denti infraocclusi presentano infatti, una superficie occlusale al di sotto del piano di riferimento passante sulla superficie di occlusione degli altri elementi dentari. E’ pertanto, plausibile che secondariamente ad una inclusione denteria e/o infraocclusione possa esserci una malocclusione. La causa più comune di inclusione dentaria è determinata da un inadeguato spazio nell’arcata corrispondente. Gli elementi più frequentemente inclusi; sono i terzi molari mandibolari, i terzi molari mascellari, i canini superiori ed i premolari inferiori. La diagnosi di elementi dentari in inclusione o infraocclusione è di tipo clinico e radiografico. Clinicamente, l’odontoiatra apprezza la mancanza o la incompleta eruzione di un elemento dentario in arcata; radiograficamente invece è possibile apprezzare se l’elemento mancante è veramente in inclusione ossea e quali sono i rapporti dell’elemento dentario con le strutture anatomiche circostanti. L’intervento terapeutico di tipo chirurgico che impone questo tipo di patologia è correllato senz’altro all’età del paziente. L’intervento presuppone delle fasi chirurgiche ben precise che non possono prescindere da un attenta analisi pre-operatoria. La localizzazione dell’elemento dentario da estrarre e dellle strutture anatomiche circostanti suggerrisce un corretto disegno del lembo chirurgico, una fase di ostectomia ed odontotomia. In seguito sarà necessario effettuare toilette dell’alveolo e punti di sutura. La corretta esecuzione di queste fasi permette di minimizzare le sequele post-operatorie quali edema, trisma, dolore. che aumentano con l’età del soggetto. Nell’ambito della presente relazione verranno evidenziati i quadri clinici più comuni e le fasi chirurgiche per l’estrazione di un elemento in inclusione e/o in infraocclusione al fine di ottenere una armonia occlusale e minimizzare le sequele post-operatorie. 

Prof.ssa M.R.GIUCA - Dott. L.POLI
“Il frenulo linguale: implicazioni ortodontiche e funzionali”
Il frenulo linguale è una  formazione anatomica  normalmente presente. Talora si ha uno sviluppo insufficiente dello stesso per cause congenite o, come  recentemente sempre più frequentemente sembra,  per motivi acquisiti e connessi ad  abitudini viziate. La valutazione clinica di frenulo linguale insufficiente e quindi  la  conseguente diagnosi di frenulo linguale corto è stata oggetto di studi  così come la sua correlazione con i disturbi della deglutizione e della postura linguale. Queste due funzioni alterate sia  primarie che secondarie  condizionano fortemente lo sviluppo dell’apparato stomatognatico e sono anche cause non solo di insuccessi e di  recidive dei trattamenti ortodontici ma anche di disfunzioni di tutto l’apparato stomatognatico e di  sindromi ad esso correlate anche di interesse otoiatrico posturale. Pertanto la diagnosi precoce di frenulo linguale corto  attraverso  le sue valutazioni clinico funzionali e il conseguente trattamento riabilitativo e chirurgico-riabilitativo  impediscono lo svilupparsi di disordini non solo dell’apparato stomatognatico ma anche di patologie ad esso correlate.


Come raggiungerci:

 

 

 

 

 

 

 

 


 

  • DATA:
    Dal 02/10/2010 08:30 Al 02/10/2010 14:00
  • LUOGO:
    Aula Magna - Facoltà di Medicina e Chirurgia Via Roma, 67 PISA