L’odontoiatria dei nostri tempi ha portato numerose innovazioni e cambiamenti di paradigmi e protocolli altrimenti universalmente accettati. La protesi tradizionale ha ancor oggi un ampio campo di utilizzo, e l’applicazione di protocolli oramai clinicamente provati permette di eseguire terapie riabilitative estremamente affidabili e durature.
Tuttavia l’introduzione delle tecniche adesive in associazione a delle ceramiche che non hanno più nella frattura coesiva il punto debole o dei compositi resistenti all’abrasione ha permesso di usare, in associazione alle classiche tecniche di preparazione totale di corone, restauri parziali adesivi.
Tale contaminazione ha portato una lunga serie di vantaggi; migliore estetica, risparmio di sostanza dentale, possibilità di non invadere il solco gengivale per fini estetici o ritentivi, velocizzazione dei protocolli, semplificazioni delle procedure e non ultimo anche una riduzione dei costi. Se a tutto ciò associamo la possibilità di utilizzare impianti per riabilitare delle edentulie di classe III e IV di Kennedy, è facile comprendere come attualmente sia possibile essere minimamente invasivi e rispettosi dei tessuti del paziente. Una corretta programmazione del caso clinico assieme a protocolli rigorosi e adeguate valutazioni estetiche sono quindi il modo di fare protesi nel nostro millennio…contaminando appunto protesi tradizionale con protocolli adesivi e materiali di nuova generazione, al fine di rendere il nostro trattamento completamente esaustivo e adeguato alle esigenze funzionali ed estetiche del nostro paziente.