Il rialzo del seno mascellare è procedura chirurgica documentata da tempo con buone possibilità di successo. I rari, ma possibili insuccessi, comportano però un importante impegno in termini di costo, di tempo e anche di immagine per l’operatore. Talvolta le complicazioni sono gestibili solo dall’Otorino ed è bene ricordare che in tali casi, la situazione clinica finale, da gestire, al momento della guarigione è più complessa di quella di partenza. In ogni caso, i tempi di protesizzazione sono lunghi e quasi mai è possibile effettuare un carico immediato.
Alcune patologie sinusali controindicano il trattamento con tale tecnica, ma soprattutto, i casi di atrofia grave con aumentata distanza interarcata, non sarebbero indicazione corretta per il sinus lift.
Le atrofie gravi sono spesso controindicazione anche all’utilizzo di innesti ossei (autologhi od omologhi) per lo scarso supporto vascolare e per gli sfavorevoli rapporti interarcata che si vengono a determinare, a meno di non proporre interventi di innesto a sandwich con avanzamento mascellare che ottengono scarsa compliance da parte del paziente.
Gli interventi di rigenerazione ossea, infine, sono nei risultati particolarmente operatore dipendenti e sono gravati nel tempo da “riassorbimento” del tessuto rigenerato.
Nella “gestione chirurgica” del mascellare atrofico le nuovi tecniche di implantologia ZIGOMATICA con approccio iuxta sinusale, talvolta associate ad impianti standard anteriori o all’impianto PTERIGOIDEO (protesi QUAD o protesi IBRIDA) si pongono oggi come importante alternativa a rialzi od innesti in quanto sfruttano osso del paziente importante pilastro di resistenza facciale. I tempi di protesizzazione sono standard, ma quasi sempre tali tipologie di trattamento ci permette anche il carico immediato, risolvendo immediatamente la maggior parte delle problematiche dei pazienti che sono associate ad altre tecniche.
Riteniamo che per i pazienti anziani, con atrofia grave della mascella un anno di trattamento, tipico di tecniche rigenerative od innesti, sia veramente un periodo di tempo troppo lungo perché diventi “accettabile”. Ricordiamo a questo proposito che la popolazione sta invecchiando e si stima che gli edentuli totali aumenteranno notevolmente di numero di qui al prossimo futuro.
La scelta clinica di una tecnica piuttosto che di un'altra è dipendente dal rispetto scrupoloso delle indicazioni, dal particolare caso clinico da affrontare e dai desiderata del paziente. La conoscenza e la padronanza di queste particolari tecniche implantologiche devono essere patrimonio culturale di tutti gli implantologi, ma soprattutto di quei Clinici che hanno il desiderio e la determinazione di approcciarsi con i casi complessi, ricordando che spesso l’implantologia zigomatica è l’ultima possibilità di trattamento quando altre tecniche hanno fallito.
Il corso si propone di spiegare l’utilizzo clinico delle tecniche di implantologia avanzata zigomatica ed anche pterigoidea, di individuarne le corrette indicazioni e anche la gestione delle possibili complicanze, confrontando tali tecniche con le altre possibili alternative di trattamento.
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